‘Il gene maledetto’ della fibrosi cistica raccontato in un libro

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Una mutazione di un pezzetto di Dna, il gene CF che codifica per una proteina che funziona da canale per il cloro, provoca la patologia di cui è affetto Lorenzo: la fibrosi cisticaA raccontare del suo ‘gene maledetto’ e della malattia che lo ha tormentato per tutta la vita e lo ha ucciso a soli 27 anni, è lo stesso giovane protagonista, e lo fa da morto. “Mi chiamo Lorenzo, anzi mi chiamavo: sono morto a soli 27 anni di fibrosi cistica, una malattia ereditaria che non perdona”, si legge nell’incipit di ‘Il gene maledetto’ (Intrecci Edizioni), firmato da Rosaria Patrone.

“È lui stesso – spiega Patrone – a raccontarci della sua fame d’aria, dei suoi polmoni ostruiti da muco denso, che solo una sfiancante fisioterapia riesce a liberare e di lunghe degenze in ospedale. Ci racconta anche delle pillole che ingoia più volte al giorno per sopperire a una grave insufficienza pancreatica e di quelle che prende per contenere l’infezione batterica polmonare cronica che lo tormenta da sempre: due manifestazioni della malattia che ne mostrano tutta la complessità e la gravità”.

Nel romanzo emergono altre figure: Amin, studente di medicina, arrivato dall’Uganda e assunto nella ditta di costruzioni della famiglia di Lorenzo, Federico, che cerca di compensare con la sua costante presenza la distanza insuperabile tra Lorenzo e il padre, e infine Antonio, un trans incontrato all’università che si fa chiamare Teresa. Lorenzo si lascia incuriosire dal complicato rapporto che intreccia le vite dei suoi amici, curiosità che lo porterà a scoprire una insospettabile verità.

Nel frattempo Lorenzo vive due importanti storie d’amore: la prima con Betty, malata come lui di fibrosi cistica, e poi con Maria, sua infermiera a cui non avrà mai il coraggio di rivelare i suoi sentimenti. E proprio il profumo di Maria accompagna Lorenzo negli ultimi istanti di vita, prima che il gene maledetto porti a termine “la sua missione”, come racconta Lorenzo.

“Scrivere della patologia di Lorenzo, della sua vita scandita da tante piccole e grandi necessità per tenere sotto controllo una malattia fortemente invalidante, da lasciare poco spazio e poche forze a tutte le altre attività che un ragazzo sano compie ogni giorno, mi è sembrato necessario per dare forma e corpo alla traccia indelebile che Vincenzo, nato e cresciuto a pochi passi da casa mia, ha lasciato nella mia mente – racconta Patrone, nata a Bagnoli Irpino (Avellino) e laureata in Scienze biologiche – Lui portava scritta nel Dna la mutazione che ha segnato tutta la sua esistenza”.

“Vincenzo – continua l’autrice – ha affrontato con coraggio il calvario della sua patologia e ha coltivato nel corso degli anni molte amicizie. E’ morto a 25 anni, prima del trapianto bilaterale dei polmoni che gli avrebbe allungato la vita di alcuni anni. Nel Gene Maledetto, invece, Lorenzo si spegne a 27 anni, nonostante si sia sottoposto a trapianto dei polmoni”. La sua è una storia segnata da una ‘maledizione’ e dalla diversità, ma ricca di incontri ed emozioni, legami, sogni e addii.

Elogio del Pensiero Critico

 “Articolo di Rosaria Patrone tratto da L’Adelante, giornale della Giovane Sinistra di Bagnoli Irpino, uscito il 14 luglio 2019.

L’insegnamento di Gramsci

Per Gramsci “ogni lingua è una concezione del mondo integrale”, (A. Gramsci, Quaderni, Einaudi Torino, 2007) che comprende a sua volta innumerevoli lingue: vale a dire la concezione del mondo dei diversi parlanti, è il modo di pensare e di sentire di ciascuno di essi.

Per cui è facile comprendere quanto il problema della lingua possa essere allargato a livello politico: la lingua di ciascuna nazione rappresenta la concretizzazione, il risultato – il “portato”, dice Gramsci – delle vicende politiche, sociali e culturali che vi si svolgono.

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33 racconti per 33 autori

INTRECCI   D’AUTORE

 

IMG-20180211-WA0000Ci sono ben 33 racconti nel libro Intrecci d’Autore, edito da Intrecci Edizioni, in edicola da qualche settimana.

Trentatré racconti di trentatré autori diversi, che hanno voluto dare il loro contributo per realizzare un libro i cui proventi saranno devoluti alla Onlus romana “Casa di Ibrahima,” che si occupa di bambini del Senegal.

È una raccolta rivolta a un pubblico ampio, ci sono racconti adatti a ogni età, per lettori esigenti e per chi vuole immergersi per qualche ora in storie piacevoli. Non mancano temi di grande attualità, come l’emarginazione dei senzatetto delle grandi città che abitano i sottopassaggi dei treni, “… dove le figure alle pareti vibrano sotto il passaggio dei treni… diretti verso un mondo migliore” cit. da “Fidarsi del buio” di Sara Carnevale.

Nel racconto “Natale 2.0” si parla invece dell’alienazione dei giovani in un futuro non meglio definito, che, non più in grado di esprimere il proprio pensiero, anche quello conciso e scarno dei social, delegano una figura nuova, una persona che lo fa per mestiere, da pagare in crediti: “… amicizia 500 crediti, amore 700. Dieci in più se vuoi che pubblichi direttamente io sul tuo profilo, così ti risparmi anche la fatica di quello.” Cit. da “Natale 2.0” di Maurizio Roccato.

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Sintesi critica di Antonio Cella

Fonte www.palazzotenta39.it

A partire dalla copertina del libro (incipit artistico del romanzo) occupata, per un terzo, da una figura di donna dall’aspetto allucinato, ambiguo e intrigante (quasi cattivo, direi), che si riflette in uno specchio scuro, ferito da un oggetto contundente o, quantomeno, da un colpo di arma da fuoco, che nella sofferenza esprime un senso di rabbia e al tempo stesso un compiacimento, proprio di chi ha appena portato a termine, con soddisfazione, con perfida determinazione un reato, un atto illecito, che solo una mente malata di delirio di possesso, di gelosia, può commettere, il romanzo di Rosaria Patrone si presenta così al lettore, con un pathos che non lascia spazio alla pausa.

La vicenda, nasce a Napoli e muore a Napoli. Bagnoli, indicato coll’anemico sostantivo di “borgo” (che peccato!), per la protagonista della narrazione rappresenta soltanto il rifugio nel ventre materno, dopo la fine della sua relazione sentimentale con Andrea, attempato professore universitario, ideatore, tra l’altro, di piacevoli momenti di “caccia al tesoro” da cui, come da uno scavo di antichi reperti etruschi, venivano portati alla luce preziosi regali per la gentile convivente: biglietti di viaggio aereo nella lontana Africa, libri di famosi autori napoletani in auge nella seconda metà del secolo scorso e inviti ad incantevoli serate da vivere nella società opulenta e colta della città partenopea. Continua a leggere

Twins Books Lovers Recensisce “Solo una storia privata”

copertina estate giusta

Recensione

Quando la storia di Silvia si incrocia con quella di Andrea, che si incrocia a sua volta a quella di Monica che, per interesse, sfocia nel bisogno di Diego, si delinea una storia che ne contiene tante altre che, come un circolo vizioso, si rincorrono e si intrecciano.
Silvia è una donna come tante altre, semplice, una donna che, per amore di Andrea, si è trasferita a Napoli, città dall’estrema bellezza ma dall’aria dura e temibile.
Ed è proprio in un giorno qualsiasi, tra le vie di Napoli, che Silvia si trova coinvolta in un agguato, che fin dal primo momento sembra coinvolgere la camorra.
Già provata per l’abbandono del suo compagno (che le si è dimostrato più volte infedele), Silvia sfrutta questo suo ennesimo momento di sconforto e paura per lasciare la città e tornare nella sua casa paterna, alla ricerca di una nuova vita.
Ma la sua ricercata tranquillità viene interrotta dalle continue chiamate e minacce di Monica, la nuova giovanissima compagna di Andrea, che Silvia non conosce.

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Il 24 aprile “Solo una storia privata” è al Circolo della Stampa di Avellino, sede dal 22 al 29 aprile dell’Avellino Book Fair di Arturo Bascetta .

Vi aspetto domenica 24 aprile alle ore 11,30 al Circolo della Stampa di Avellino, sede dal 22 al 29 aprile della manifestazione Avellino Book Fair di Arturo Bascetta Editore. Presenterà il mio romanzo “Solo una storia privata” lo scrittore Giandonato Giordano.

Il 24 aprile "Solo una storia privata" è all'Avellino Book Fair di Arturo Bascetta Editore. Alle ore 11.30 vi aspetto al Circolo della Stampa di Avellino, che ospita la manifestazione dal 22 al 29 aprile.

Il 24 aprile “Solo una storia privata” è all’Avellino Book Fair di Arturo Bascetta Editore. Alle ore 11.30 vi aspetto al Circolo della Stampa di Avellino, che ospita la manifestazione dal 22 al 29 aprile.

Luciano Luciani recensisce “Solo una storia privata”

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Nel leggere “Solo una storia privata”, romanzo di Rosaria Patrone, Marco Del Bucchia Editore, ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte a uno dei quadri di Lucio Fontana dal titolo “Concetto spaziale. Attese”. I tagli nella tela dell’artista rappresentano una linea di demarcazione dello spazio e del tempo: la fenditura verticale, netta, in mezzo al quadro (o più tagli), è un modo per il pittore di dargli tridimensionalità, per passare dal piano e la staticità della tela a uno sbocco che permette di guardare oltre. È così che fa anche Silvia, la protagonista del romanzo: a un certo punto della sua vita, per alcuni accadimenti che si sono verificati, decide di dare un taglio netto con il passato per andare oltre quei fatti e ricominciare da zero.

Il romanzo racconta di una ragazza piena di sogni e di speranze, che lascia il paese di montagna, in cui è nata e vissuta fino ad allora, per intraprendere gli studi universitari. Resterà a Napoli anche dopo aver conseguito la laurea, perché ha conosciuto Andrea, docente universitario, con il quale convivrà per oltre 20 anni, fino a quando una giovane studentessa di nome Monica, irromperà nelle loro vite, per prendere il suo posto accanto ad Andrea. Continua a leggere