L’unica cosa di cui d’un tratto mi resi conto era che circondarmi, più

o meno consapevolmente, di persone diverse, diverse quanto lo ero

io, non era stato un caso. Forse era scritto che dovessi incontrarli

per aprire gli occhi sul conformismo della nostra società,

sull’intolleranza, sull’ipocrisia dilagante e per superare il provincialismo

pur vivendoci immerso, combattendone, a modo mio i pregiudizi, le

intransigenze, i protagonismi esasperati, le cattiverie gratuite, la

meschinità.

 

 

 

 

A raccontare della malattia che lo ha tormentato per tutta la vita e che infine lo ha ucciso a soli 27 anni , del conflitto con il padre, della madre sua áncora e della sorella che gli legge dentro, è Lorenzo e lo fa da morto.

Nel romanzo emergono altre tre figure: Amin, studente di medicina, arrivato dall’Uganda e assunto nella ditta di costruzioni della famiglia di Lorenzo, Federico, mentore, che cerca di compensare con la sua costante presenza la distanza insuperabile tra Lorenzo e il padre e infine Antonio, un trans conosciuto all’università che si fa chiamare Teresa.

Lorenzo si lascia intrigare dal complicato rapporto che intreccia le vite dei suoi amici, curiosità che lo porterà a scoprire una insospettabile verità.

Nel frattempo vive due importanti storie d’amore: la prima con Betty, malata come lui di Fibrosi Cistica, e poi con Maria, sua infermiera a cui non avrà mai il coraggio di rivelare il sentimento potente come una tempesta di sabbia che prova per lei.

 

 

Il tempo di mezzo, tra l’ultimo autunno trascorso tra

quelle montagne, e il primo del suo necessario

ritorno, sembrava non essere mai esistito se non in

un ricordo confuso e sbiadito.

Cominciava a credere di non essersene mai andata

via del tutto.

 

 

Subito dopo il doloroso addio di Andrea, professore universitario mai capace di restarle fedele nei ventitré anni della loro relazione, Silvia si ritrova coinvolta in un agguato di camorra nel centro di Napoli – bellissima, ma dura e indomabile – rischiando di morire.

Guarita, lascerà la città, dove è vissuta con lui, per tornare alle sue origini, alla casa paterna – nel borgo di montagna dell’entroterra campano – con l’intento di rimettere in ordine i tasselli della sua vita.

Là a tormentarla gli squilli e le ingiurie telefoniche di Monica, giovane studentessa e nuova compagna di Andrea, che Silvia non ha mai conosciuto.

E a far aumentare la sua inquietudine un sogno ricorrente: il suo attentatore in scooter e a viso scoperto che, dopo aver sparato a Ciro, piccolo spacciatore, le rivolge l’arma contro, ferendola all’addome.

Ma forse non tutto è quel che sembra.