Il Quotidiano del Sud recensisce “Solo una storia privata”

Quotidiano Del Sud: Cultura.

11 marzo 2016 

Patrone tra noir e memoria

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“Solo una storia privata”, di Rosaria Patrone, Marco Del Bucchia Editore, è un romanzo che si presta a una doppia lettura: da una parte prevale un intreccio da noir, senza però assumere completamente i canoni del romanzo giallo, dall’altro domina l’introspezione psicologica che accompagna la travagliata esistenza di Silvia, alla disperata ricerca del filo di Arianna per uscire dal labirinto in cui è rinchiusa la sua esistenza, condizionata dall’abbandono. Quest’ultimo è un tema che diventa traccia su cui si snoda l’azione narrativa. L’incipit della storia sta proprio nell’abbandono sentimentale di Silvia da parte di Andrea, professore universitario, che spinge la donna a un altro abbandono, questa volta di Napoli, città di adozione, che Silvia lascia per tornare al suo paese natale. Una partenza influenzata anche da un misterioso incidente che ha coinvolto la protagonista in un agguato, che apparentemente è di camorra, ma che invece cela un intrigo che infittisce la trama del romanzo, conferendo a quest’ultimo un sapore poliziesco. In questo caso il ritorno al borgo natio assume quasi la funzione protettiva, una specie di ritorno alle radici, un tuffo nel passato per cercare di lenire il dolore del presente e le cocenti ferite impresse dal sofferto addio di Andrea, che l’ha sostituita con una giovane studentessa, gelosissima di Silvia. Nel silenzio del borgo, Silvia faticosamente ricostruisce la sua esistenza attraverso un vissuto di memorie antiche e di amicizie indelebili. Il paese assume una funzione catartica diventando una specie di lavacro delle pene e dei turbamenti che assillano la protagonista. Ancora una volta assistiamo alla rappresentazione mitica del paese, che per Silvia diventa un ritorno alla sua Itaca, in cui riannoda affetti e sentimenti, ritrova memorie antiche e assapora colori e atmosfere della sua fanciullezza, scrutando l’evolversi delle stagioni, attraverso il tepore dell’autunno, i silenzi che avvolgono il borgo coperto di neve, i sussurri dell’incipiente primavera con il risveglio della natura. Ma nel romanzo emergono anche temi sociali come la camorra, che continua a infestare e condizionare il capoluogo partenopeo e il suo hinterland, con una influenza negativa sulla crescita non solo della Campania, ma anche del Mezzogiorno.