25 novembre

Sulla collina

Nell’ultimo loculo della fila, Rosa ci stava ormai da quarantadue anni. Quello subito prima del suo, era rimasto vuoto per un decennio. Era da tutto quel tempo che non parlava più con nessuno e ora che nella nicchia accanto ci avevano tumulato Laura, non aveva esitato un momento a subissarla di domande: «Come è successo? Sei così giovane. È stato un incidente o ti drogavi? Scusami, non volevo insinuare nulla, magari sei una brava ragazza e hai avuto la sfortuna di ammalarti gravemente.»

«Sei completamente fuori strada. Il mio ex fidanzato, che non sopportava di essere diventato un ex, mi ha stuprata, uccisa, fatta a pezzi e gettata in un pozzo» aveva risposto un po’ infastidita Laura.

«Vorresti farmi credere che ti è andata peggio di me? Pensa che mio marito, convinto che lo tradissi con uno, che manco conoscevo, mi ha lapidata.»

«Lapidata lapidata? Con le pietre, come si punivano le adultere secondo il vecchio testamento?»

«Ehi, ma chi ti ha detto questa cosa, hai studiato, forse ?» si era meravigliata Rosa.

«Eh, sì, ho studiato un po’, ma tutta la mia cultura non è servita a salvarmi dall’uomo che giurava di amarmi.»

«Cara signorina, facendo due calcoli, se io sono qui da quarantadue anni, e ne avevo 31 quando ci sono arrivata, siamo a poco meno di tre quarti di secolo e da allora gli uomini non hanno ancora smesso di massacrare le donne?»

«No, e c’è di più: ucciderci a colpi di pietra è ancora in voga in Siria, Afganistan e in altri paesi islamici, e in nome della religione. Pazzesco, no? Ma di esempi simili ne abbiamo, anche senza scomodare l’islamismo: l’anno scorso è accaduto pure  in provincia di Lecce a una sedicenne.»

«Questo mi avvilisce, molto. Ero sicura che il mio caso fosse raro e che sarebbe rimasto negli annali del nostro Paese.»

«La tua storia, la mia e quella di moltissime altre – aveva continuato Laura seguendo il filo di alcune considerazioni che aveva in testa da un po’–  sono chiari esempi di un’aberrazione che non accenna a fermarsi. Il femminicidio, ora si chiama così, potrà avere una fine solo se si adotteranno misure nuove per punire i colpevoli, ma anche per educare gli uomini al rispetto delle donne, e probabilmente anche al rispetto di se stessi. – si era fermata per qualche attimo, come per mettere in ordine i pensieri, e ancora assorta aveva aggiunto – Quelli arrabbiati, insicuri, prevaricatori, smaniosi di possesso hanno grossi problemi di autostima, secondo me, e sopiscono le loro frustrazioni oltraggiandoci fino a trasformarsi in assassini. È una questione complessa e non posso certo capirla fino in fondo, non ho gli strumenti, ma ho imparato a rifletterci e auspico che lo facciano in tanti, di là dalla collina. »

«Il delitto d’onore c’è ancora?»

«No, è stato abrogato nel 1981 e, rispetto alla tua epoca, siamo diventate più consapevoli: di femminicidio se ne parla di più, noi donne denunciamo di più e molti uomini sono con noi. Sono nate anche tante associazioni, si fanno manifestazioni e dal 2000, il 25 novembre, si celebra la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ma siamo lontani da una soluzione perché dopo decenni di battaglie, continuiamo a essere viste come oggetti di proprietà.»

Intanto sul vialone principale del cimitero, a qualche metro da loro, aveva fatto il suo ingresso un feretro seguito dal  suo corteo.

Le due donne, incuriosite, lo avevano seguito con lo sguardo, intanto che i lamenti di una signora  di mezza età, piegata sulla bara, si traducevano in parole di un discorso già sentito: « Figlia mia, non meritavi di morire così. Tu sei stata buona e lui ti ha ricompensata con una coltellata al cuore.»  

Una nuova vita umiliata e spezzata, e nuove lacrime, nuove preghiere, le stesse che altri avevano dedicato a Rosa e Laura.

Fino a quando il mondo dovrà piangere le sue donne?